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Santo Stefano |
Mi parlano di te
Non avevano casco,
neanche guanti
e avari di paraorecchie gli operai di Santo Stefano di Sante Marie.
Alloggiavano in una baracca di palanche
in un cantiere di Ostia Lido.
Una notte il Tevere si infurió,
la falda d’acqua esplose:
i montanari abruzzesi con i loro letti navigarono.
“Ingegne’ é troppo! Cosi é troppo!”
Non era ingegnere, non era abruzzese,
anche lui senza casco e di un paese senza Santo.
Sapeva leggere un disegno,
era il loro capo. Giusto per diritto e sfida
li portó al piano alto,
chiusero gli infissi con tavole e giornali.
Ogni tanto a fine settimana,
ritornavano al Paese di Silone.
Non c’é opera d’arte nel mondo,
diga, ponte, galleria, che non abbia la tua firma
cittadino d’Abruzzo, di Santo Stefano.
Lavoro, progresso, libertá
conquistata dopo tanto dolore.
Oggi, se mio padre fosse qua
e tu gli chiedessi : “Angeli’ tu che dici? Sará il caso?
Papá risponderebbe: “Venimmo facenno, Ingegne’”.
Pia Di Berardino
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