RACCONTI PER BAMBINI

 Viaggio attraverso le stagioni


C'era una volta un bambino di nome Angelo. Angelo aveva i capelli castani e gli occhi marroni, era un bambino allegro, vivace e molto curioso. Viveva nella sua grande casa insieme ai genitori e al fratellino, frequentava la scuola dell'infanzia ed amava passeggiare nei campi, sempre alla ricerca di cose nuove da scoprire. I pomeriggi di solito, dopo la scuola, li trascorreva al Parco. Angelo aveva tanti amici con cui giocare e con cui divertirsi a fare capriole, balzi e piroette sui prati, a giocare a nascondino tra gli alberi, a rotolarsi tra i fiori in cerca di farfalle colorate. Angelo amava tanto la natura con i suoi fiori colorati, e sue piante profumate ed i suoi alberi giganti; spesso in compagnia del nonno scopriva le forme, i colori ed i suoni della natura. Un giorno passeggiando nel Parco Angelo vide che il suo albero preferito aveva qualcosa di particolare. Le foglie, prima verdi, si stavano colorando di marrone, di giallo, di rosso e piano, piano cadevano al suolo. Il sole non era più tanto caldo, le giornate si stavano accorciando e la luce non aiutava più le foglie degli alberi a produrre la clorofilla che dava loro il caratteristico colore verde. L'albero disse ad Angelo: “Osserva le mie radici, il mio tronco, i miei rami spogli, io sono molto sereno, l'autunno è una delle stagioni migliori!” “Perchè?” chiese Angelo. Rispose L'albero: “Le foglie ormai vecchie se ne vanno, tanto sole hanno ricevuto d'estate! Prova anche tu Angelo ad osservare i colori autunnali: le foglie non sono solo gialle, ma di tanti colori sfumati. Se ne osservi anche una sola, puoi vedere come sia ricca e piena di vita! Si, anche una foglia caduta non muore, ma servirà, una volta a terra, a dare vita ad altre piante. La pioggia la farà marcire, ma da lei ne nascerà una nuova”. Ascoltando queste parole Angelo capì che la scena che vedeva non era affatto triste, ma sembrava quasi una lieta sagra estiva o una preghiera di lode di ringraziamento che si levava verso il cielo dagli alberi, dalle foglie cadute, da tutta la terra. “Quanti animali nel parco! Cosa fanno durante l'inverno?” chiese Angelo. Rispose l'albero: “Molti animali per difendersi dal freddo si addormentano e vanno in letargo. Si sveglieranno a primavera. Alcuni uccelli si preparano a migrare verso paesi più caldi, altri fanno scorte di cibo e vanno alla ricerca di un posto caldo ed asciutto per dormire insieme ad altri animali”. Angelo si accorse che l'aria era un po' più tiepida, “Siamo in Ottobre!” pensò. Guardò il cielo e due nuvole dispettose stavano coprendo il sole. Una gocciolina i pioggia toccò il naso di Angelo, poi una seconda, una terza, il cielo si fece subito di un grigio scuro ed un tuono preannunciava l'arrivo di un acquazzone. La pioggia cominciò a cadere sempre più abbondante. Angelo corse a casa a procurarsi gli stivali, un impermeabile ed un ombrello per potersi riparare. Nonostante la pioggia, uscì lo stesso nel Parco a giocare. Gli piaceva correre e saltare, ascoltare il rumore delle foglie secche che si sbriciolavano sotto le scarpe. Angelo era felice. Il paesaggio autunnale gli piaceva, gli alberi avrebbero dato frutti golosi: le castagne, le pere, le mele cotogne, ecc. la vigna del nonno era colma di grappoli d'uva maturi e succosi, Angelo non vedeva l'ora di poter aiutare il nonno nella vendemmia, nella preparazione del vino e nella semina del grano. Passarono i giorni e Angelo vedeva che il suo albero perdeva sempre di più le sue foglie, tanto da rimanere spoglio. Un giorno tornando nel Parco ebbe un brivido di freddo e l'albero gli sembrò così vecchio da avere i capelli bianchi. Angelo gli disse: “Sono curiosi i tuoi capelli, brillano come diamanti e sembra una chioma tutta infarinata, sembra addirittura panna montata!”. Rispose l'albero: “La neve ha ricoperto i miei rami e le mie radici e sotto il morbido strato io riparo nei solchi il buon grano dorato! Sotto la neve c'è il pane per te e per tutti i bambini, ma soprattutto io porto il dono più bello” “Che cosa?” chiese Angelo “Dillo subito!”. L'albero rispose: “Io porto la festa più soave, porto il Natale! Fu una stella cometa ad annunciarlo ai Re Magi e furono gli Angeli ad avvertire i pastori in una notte lontana a Betlemme. I pastori vegliavano il loro gregge e i Magi osservavano il cielo aspettando qualcosa. E il Signore non li deluse. Aspettavano il Messia, un Re, il Re del mondo e trovarono in una mangiatoia un piccolo Bambino, in una fredda capanna. Ed era Dio. Ma non aveva nulla e chiedeva tutto agli uomini, anche ai più poveri, soprattutto ad essi perché avevano la volontà e il cuore di dare. Chiedeva a tutti la protezione per i suoi genitori che erano poveri, in viaggio e senza alloggio. Chiedeva ai pastori un po' di latte. Chiedeva ad un bue e ad un asinello un po' di calore e dava a tutti in abbondanza la sua luce, il suo amore, la sua pace. Il bambino Gesù è venuto tra gli uomini così miseramente per insegnare loro ad amare e forse per questo, senza neppure accorgersene, gli uomini hanno cominciato a contare gli anni dal giorno della sua nascita, per non dimenticarsene più. Così Gesù ha iniziato, nel giorno della sua nascita, la salvezza del mondo, il dono del Creato con tutte le sue meraviglie da rispettare e conservare”. “Anche l'inverno è una bella stagione!” pensò Angelo. Insieme al papà andava a sciare nelle montagne più alte. I nonni gli avevano regalato gli sci e una tuta colorata molto bella. Un sabato del mese di dicembre Angelo era in casa insieme al papà e al fratellino ad addobbare l'albero e a costruire il presepe. Il Natale era alle porte e bisognava prepararsi ad accogliere la nascita di Gesù. Uscì in giardino a procurarsi la corteccia per allestire la capanna. L'aria era rigida, la neve aveva ricoperto tutto il paesaggio. Angelo pensò subito di tirar fuori i caldi e colorati maglioni di lana che gli aveva confezionato la nonna. Su un albero, infreddolito un uccellino cantava e Angelo si avvicinò ad ascoltarlo. L'uccellino volò via alla ricerca di qualche briciolina da mangiare. Angelo vide da lontano i suoi amici e corse subito a prendere gli scarponi, la sciarpa, i guanti per potersi rotolare insieme a loro nella neve. Prepararono un bellissimo pupazzo di neve e dopo il duro lavoro, Angelo invitò i suoi amici dalla mamma che aveva preparato uno squisito latte caldo con il miele e dei biscotti. Un bel mattino Angelo osservando la natura sentì una voce provenire dalla parte destra del Parco: “Lasciatemi rinascere, perchè ho dormito abbastanza!”. Era l'albero che apriva i suoi rami al tepore del mattino. Sembrava fosse accaduto un miracolo, pensava si trattasse di un albero di pesco, melo, ciliegio o mandorlo. La primavera è la stagione dei risvegli. Sbocciano i fiori, la natura rinasce, le giornate sono più chiare ed il clima è più mite. Nei campi seminati spuntano i primi germogli; gli animali che erano andati in letargo si svegliano ed hanno molta fame. Angelo ed i suoi amici furono presi dalla voglia di cogliere i rami, ne spezzarono alcuni e alla fine stanchi li gettarono in un ruscello che aveva acque limpide come non ne avevano mai viste; il cielo si specchiava anche lui in quelle acque! Si arrampicarono su un albero per prendere i fiori, mentre tentavano di salire dal tronco, sentirono l'albero che si lamentava: “ Ahi, ahi, ahi, mi fai male! Ehi bambini ma lo sapete che i fiori e le foglie degli alberi non si strappano?” Angelo rispose: “I tuoi fiori sono così belli che volevo averne uno per me!”. L'albero era felice del complimento, ma spiegò che i fiori e le foglie non solo rendono bella la natura, ma in estate ci donano tanta buona frutta. Gli alberi sono importanti perchè grazie a loro abbiamo ossigeno che fa vivere gli uomini e gli animali. Angelo ed i suoi compagni promisero di non farlo mai più e di rispettare l'ambiente. Guardando il cielo azzurro dove tante rondini intrecciavano i loro voli, sentendo l'aria tiepida, il suo profumo, il suono di campane di una chiesa, Angelo domandò ai suoi genitori il perchè di tanta festa. “E' arrivata la primavera e ci porta la Santa Pasqua! Gesù è risorto. Le campane suonano e annunciano questa notizia in tutto il mondo”. L'estate è la stagione che Angelo ama di più. Le condizioni meteorologiche sono quasi sempre buone, c'è il sole che scalda tutta la natura. A luglio e a agosto Angelo va al mare con tutta la famiglia, si riposa e si diverte, non va a scuola e può andare a dormire più tardi. Fa delle enormi scorpacciate di pesche, albicocche, anguria, ciliegie. Anche l'abbigliamento cambia è più leggero, può indossare pantaloncini e magliette. L'unico inconveniente dell'estate sono le zanzare che di notte non fanno dormire, disturbano il sonno di Angelo, creandogli bolle giganti e pruriginose. Le lucertole prendono il sole, le api, le farfalle, le coccinelle e tanti altri insetti volano felici, tutti gli uccellini cinguettano contenti. Angelo aveva imparato tante cose. Aveva fatto un bellissimo viaggio insieme all'albero alla scoperta delle stagioni. Aveva imparato tante canzoncine e filastrocche, intrecciato danze per le feste. Ogni stagione era bella per Angelo! Ringraziò il Signore per aver disposto il mondo in maniera tanto intelligente e per avere imparato a giocare, a crescere serenamente nell'ambiente naturale.

 

Pia Di Berardino







Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.